lunedì 12 aprile 2010

LA RISURREZIONE DI GESU' CRISTO

LA RISURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
La Chiesa insegna che la risurrezione di Gesù è un fatto storico, ma nessuno ha mai tentato di dimostrarlo. Infatti, sono tutti convinti che non è possibile conoscere quello che accadde nell'interno del sepolcro. Questa convinzione è errata, sia dal punto di vista scientifico che da quello teologico.
E’ scientificamente errata, perché anche gli avvenimenti e i fenomeni, verificatisi in luoghi remoti e in lontane età, possono diventare fatti storici, quando se ne scoprono le tracce che con le loro indicazioni consentono la conoscenza del fatto e la possibilità di farne la ricostruzione.
E’ anche teologicamente errata, perché l'Incarnazione del Figlio di Dio non avrebbe senso se non si potesse dimostrare la storicità non solo della sua morte, ma anche della sua risurrezione; cioè la storicità dell'avvenimento supremo della sua vita terrena, segno certo della sua Divinità e della nostra Redenzione. La novità di questa ricerca consiste nel fatto che, per la prima volta, la risurrezione è studiata direttamente nel suo accadere. Quest'articolo, che ha scopo divulgativo, è stato tratto da diverse cartelle pubblicate sul Web e improntate dal volume "A. Persili, SULLE TRACCE DEL CRISTO RISORTO, Ed. Casa della Stampa, Tivoli, 1988". Si parte dal principio che se Gesù è veramente risorto ha certamente lasciato nel sepolcro delle tracce, per mezzo delle quali è possibile ricostruire la dinamica stessa della risurrezione. Le tracce, che Giovanni vide nel sepolcro, dimostravano, al di sopra di ogni dubbio, che il corpo di Gesù era entrato nella vita gloriosa.
Col passar del tempo, le prove furono del tutto dimenticate e più nessuno è riuscito ad interpretarle nel modo esatto. Infatti, anche la traduzione italiana, usata per la liturgia, è errata e non descrive quello che effettivamente Giovanni vide nel sepolcro, ma presenta delle osservazioni illogiche ed inconcludenti
IL TESTO EVANGELICO
(Giovanni cap. 20) [5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. [9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
La tomba, scavata nella roccia, ha un’apertura di circa 1,30. La stanza sepolcrale è piuttosto uno stretto corridoio, largo poco più di un metro e lungo poco più di tre metri. Sulla parete destra, rispetto all’ingresso, è scavato un loculo, sollevato da terra. Era questo la pietra sepolcrale dove riposò Gesù per tre giorni.
RITI DI SEPOLTURA EBRAICI
Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, membri del Sinedrio e discepoli segreti di Gesù, si attennero scrupolosamente ai dettami delle tradizioni funerarie ebraiche. Non appena Gesù emise l'ultimo respiro, egli si recò immediatamente a Gerusalemme, per chiedere a Pilato il corpo di Gesù. Intanto aveva incaricato i suoi servi di acquistare un rotolo di tela di lino pregiato (chiamata sindone) ed aveva chiesto a Nicodemo di provvedere con i suoi servi ad acquistare e portare sul Golgota una grande quantità di aromi. Utilizzando vari tagli di tela, con estrema cautela, i servi, seguendo le istruzioni del loro padrone, calarono Gesù dalla croce con delicatezza ed attenzione, e lo deposero su una tela (la Sindone), distesa sul terreno. L’estrema delicatezza ed attenzione era dovuta al fatto primo che non dovevano toccarlo con le mani nude pena la perdita della purità rituale e l’esclusione dal mangiare la Pasqua e, secondo, che non si sperdesse neppure una goccia del sangue rappreso perché anche le zolle di terra intrise di sangue dovevano essere seppellite con la salma. Giuseppe avvolse il corpo di Gesù, facendo passare la tela da sotto i piedi fino al capo, e poi, di sopra, dal capo fino ai piedi, ripiegando le parti laterali della tela sulla parte anteriore del corpo. Gesù fu trasportato dalla sommità del Golgota alla pietra dell'unzione, sulla quale si svolse la preparazione vera e propria alla sepoltura. Se Gesù fosse stato vestito e se la tela fosse stata un lenzuolo, non ci sarebbe stato bisogno di far altro, se non delle semplici legature. Ma Gesù era nudo e la sola tela non difendeva a sufficienza il corpo di Gesù dal contatto dei profumi, da cui poi sarebbe stato avvolto. Allora Giuseppe d'Arimatea, usando sempre la tela dal rotolo di sindone, tagliò delle fasce, cioè delle strisce di tela abbastanza larghe, con le quali avvolse il corpo di Gesù dai piedi fino al collo, ottenendo lo scopo di tenere ben ferma la tela o sindone attorno al corpo. Intanto Nicodemo, che aveva portato oltre trentadue chili “100 libbre” di una mistura di mirra e di aloe, aveva preparato un giaciglio di aromi sulla superficie calcarea del sepolcro e inoltre aveva versato una certa quantità di aromi tra le fasce nel momento dell'avvolgimento. Quindi il corpo di Gesù fu trasportato nel sepolcro e adagiato sul giaciglio di profumi. Giuseppe applicò intorno al capo di Gesù un sudario, cioè una specie di asciugamani, in modo che la sindone non era più visibile in nessuna parte, perché coperta dalle fasce e dal sudario. Infine, Nicodemo versò i restanti profumi su tutto il corpo. Così terminò la sepoltura di Gesù.
Chi viene a conoscenza delle mirabili tracce della risurrezione rimane sorpreso e si domanda sconcertato per quale motivo non ha mai sentito parlare di argomenti così interessanti e così convincenti.
1. Nell'annuncio della Buona Novella si è sempre privilegiata la fede e si è evitato di far ricorso alla storia ed alla scienza per due motivi: prima di tutto per formare a una fede autentica i cristiani , fuori dall’esperienza fisica; e inoltre per il timore che la storia e la scienza contraddicessero l'insegnamento della fede.
2. Nell'esegesi dei brani evangelici, che hanno diretta relazione con l'evento della risurrezione, si sono verificati dei fatti incredibili, che hanno occultato le tracce della risurrezione, tanto da far seriamente pensare ad una macchinazione diabolica. Fin dall'inizio, molti punti essenziali dei racconti evangelici sono stati male interpretati, influenzando naturalmente il lavoro di tutti gli esegeti posteriori, in modo del tutto negativo. In seguito, dalle errate interpretazioni si è passati alle traduzioni infedeli, che hanno precluso del tutto la possibilità di giungere alla comprensione esatta dei racconti evangelici.
\Con grande meraviglia, si scopre che i racconti evangelici della sepoltura e delle visite al sepolcro non sono affatto contraddittori, ma si completano a vicenda, formando un unico logico racconto; si scopre che è possibile ricostruire non solo tutte le modalità della sepoltura, ma anche la dinamica della risurrezione, attraverso le tracce rimaste nel sepolcro; si scopre che la Sindone di Torino, con le meravigliose impronte, è perfettamente inserita nei racconti evangelici; si scopre che non c'è nessuna opposizione tra scienza e fede, ma che, al contrario, la prima offre alla seconda i suoi mezzi tecnici, per approfondire sempre più la conoscenza della fede.
LA SEPOLTURA DI LAZZARO E QUELLA DI GESU’
: "Il morto uscì con i piedi e le mani avvolte in bende e il volto coperto da un sudario" (Gv 11,14).
Lazzaro non era stato sepolto avvolto con bende, ma, secondo la millenaria tradizione ebraica, il corpo di Lazzaro era stato lavato con acqua, unto con olio profumato, rivestito dei suoi abiti. Quindi gli avevano legato le mani e i piedi e gli avevano legato intorno al volto un sudario, per tenere ferma la mandibola. Infine, deposto il corpo nel sepolcro, avevano coperto il suo volto con un sudario e l'avevano cosparso di aromi. Infatti Gesù, dopo aver fatto togliere la pietra dall'ingresso del sepolcro, si rivolge al morto ed ordina: "Lazzaro, vieni fuori" (Gv. 11,35). Lazzaro si levò a sedere, facendo cadere il sudario dal volto; si girò e, posti i piedi per terra, si alzò in piedi e, saltellando, si avviò verso l'apertura. Si fermò, appena fuori l'entrata del sepolcro, abbagliato dalla luce. Allora Gesù ordinò ai presenti: "Scioglietelo e lasciatelo andare" (Gv. 11,44). Alcuni dei presenti si avvicinarono a Lazzaro, sciolsero le bende delle mani e dei piedi e sciolsero la benda legato intorno al volto. Lazzaro, frastornato, si allontanò, avviandosi da solo verso la sua casa, senza destare meraviglia per il suo abbigliamento, perché indossava i suoi vestiti normali. E' importante notare che in questo episodio Giovanni dice che Lazzaro era legato con BENDE, mentre nel racconto della sepoltura di Gesù, cambia il sostantivo sostenendo che il corpo di Gesù fu legato con FASCE. La legatura con bende diventava un avvolgimento delle mani e dei piedi e la legatura con fasce diventava anche un avvolgimento del corpo.

LE DONNE E LE LORO VISITE AL SEPOLCRO
Gli evangeli narrano che, al mattino del primo giorno dopo il sabato, ebbero luogo quattro diverse visite al sepolcro.
1. LA PRIMA VISITA
Al mattino del primo giorno dopo il sabato, quando era ancora buio, tre donne uscirono da Gerusalemme, per recarsi al sepolcro ad ungere il corpo di Gesù. Erano Maria Maddalena, Maria, madre dell'apostolo Giacomo, “ il minore”, e Salome, madre degli apostoli Giacomo, "il maggiore", e Giovanni. Le tre donne non erano ancora giunte in vista del sepolcro, quando dietro il monte degli Ulivi, al di là del Tempio, sorse il sole. I primi raggi illuminarono la pietra, che chiudeva il sepolcro, e la fecero ribaltare in aria, come se fosse un fuscello. La pietra ricadde pesantemente sul suolo roccioso del Golgota e provocò un piccolo e circoscritto terremoto. Le donne, sorprese dalla vibrazione del terreno, ebbero paura e, non sapendo cosa fosse accaduto, si fermarono impaurite.
Intanto i raggi del sole, tolto l'ostacolo della pietra, illuminarono l'interno del sepolcro e in quell'istante Gesù risuscitò da morte. Il Padre, con un raggio di luce, era venuto a svegliare il suo Figlio obbediente. Quando, poco dopo, le tre donne giunsero in vista del sepolcro, lo videro aperto e videro la pietra giacente per terra. Esse si meravigliarono, perché "la pietra era molto grande" (Mc 16,4) e non riuscivano a capire quale forza prodigiosa l'avesse fatta ribaltare. La Maddalena, supponendo che il sepolcro fosse stato violato da nemici e che il corpo di Gesù fosse stato rubato, corse subito a Gerusalemme a portare la notizia agli apostoli. Le altre due, invece, si accostarono al sepolcro e, quando entrarono, non trovarono il corpo di Gesù, ma un angelo, che, con tanto rispetto, diede loro l'annuncio della risurrezione di Gesù e l'incarico di riferire l'accaduto agli apostoli. Impaurite si allontanarono e decisero di non eseguire il comando ricevuto.
2. LA SECONDA VISITA
Avvertiti dalla Maddalena, i due apostoli, Pietro e Giovanni, di corsa, si recarono al sepolcro, per rendersi conto dell'accaduto. Giovanni, che era più giovane, giunse per primo, ma non entrò, in attesa dell'arrivo di Pietro; però, spinto dalla curiosità, si chinò e, attraverso la bassa apertura che divideva i due locali del sepolcro, vide che le fasce, che stavano sulla pietra sepolcrale, erano vuote, abbassate. Questa constatazione lasciò l'apostolo sorpreso e perplesso. Giunse poi Simon Pietro, che entrò e contemplò cioè vide, ammirato, uno spettacolo di cui non capiva il significato e cioè le fasce distese, afflosciate, vuote e il sudario, che era stato posto sul capo di Gesù, non disteso con le fasce, ma, al contrario, avvolto in una posizione straordinaria, perché si manteneva eretto, benché non ci fosse più nulla a sostenerlo. Il sudario era in una posizione di equilibrio instabile, contro le leggi della gravità. Questa è la testimonianza di Pietro nella sua esatta interpretazione e traduzione: "Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e contemplò le fasce distese e il sudario, che era sul capo di lui, non disteso con le fasce, ma al contrario avvolto in una posizione unica (mirabile)" (Gv 20, 6-7).
Entrò anche Giovanni, vide la posizione del sudario e credette, perché finalmente aveva capito il significato della parola risurrezione. Aveva capito che la parola risurrezione significava trasfigurazione, trasformazione della materia del corpo in qualcosa che aveva i caratteri dello spirito, per poter entrare nella vita gloriosa ed eterna.
Le tracce rimaste sulla pietra sepolcrale si potevano spiegare solo con la risurrezione. Infatti, non era assolutamente possibile sottrarre il corpo di Gesù dall'interno delle tele, senza svolgere le fasce e, quel che era ancora più difficile, senza far abbassare il sudario. La risurrezione è avvenuta con estrema delicatezza e le tele quasi non si sono accorte che non avvolgevano più nulla.
Le raffigurazioni, che mostrano Gesù uscente dal sepolcro, sono immagini mitiche, perché la risurrezione è avvenuta in tutt'altro modo: dall'interno delle tele il corpo di Gesù, riunito alla sua anima e alla Divinità del Verbo, è entrato glorioso nella vita eterna, senza spostamenti nel tempo e nello spazio. Pietro e Giovanni ci hanno tramandato la descrizione delle tracce che essi hanno visto nel sepolcro e, in tal modo, ci hanno informato sull'esistenza anche di altre tracce in negativo: cioè, di ciò che doveva essere sulla pietra sepolcrale, ma non c'era più.
a. Il corpo di Gesù era scomparso. La posizione delle tele faceva capire che non si era rianimato, come quello di Lazzaro; e che non era stato rubato. La pietra dell'entrata del sepolcro era stata ribaltata, non per far uscire Gesù, ma per affermare, con un simbolo, che la porta degli inferi, cioè del regno della morte era stata scardinata e che non poteva più essere richiusa.
b. Erano scomparsi anche i trentadue chili e mezzo di aromi. L'unico modo per togliere gli aromi dalle tele, senza lavarle, era quello di farli volatilizzare. Nel momento della risurrezione di Gesù si è prodotto un calore intensissimo, ma brevissimo, che ha fatto volatilizzare tutti gli aromi, ed ha asciugato le tele. Così si spiega come mai il sudario rimase rialzato, senza essere più sostenuto. L'improvviso calore produsse una specie di inamidazione, che irrigidì il sudario. Anche le fasce subirono lo stesso processo, ma erano troppo pesanti per poter rimanere rialzate. La grande quantità di aromi è stata provvidenziale, perché ha impedito alle tele di prendere fuoco, nel momento della risurrezione.
3. LA TERZA VISITA
Maria Maddalena, dopo aver avvertito gli apostoli, tornò al sepolcro quando ormai Pietro e Giovanni non c'erano più. Piangendo, cercava il corpo di Gesù. Ad un tratto entrò nel sepolcro e vide due angeli che le domandarono cortesemente: "Donna, perché piangi?" La Maddalena quasi non fece caso alla visione e rispose che cercava il suo Signore. Poi si voltò, e vide un uomo che le chiese : "Donna, perché piangi?" La Maddalena diede la stessa risposta. Ma quando quell'uomo la chiamò per nome, ella riconobbe Gesù e lo abbracciò con tutto l'ardore del suo amore. Poi Gesù le disse: "Non mi trattenere" (Gv 20,17); e la mandò ad annunciare agli apostoli la sua risurrezione ed a correggere l'annuncio che aveva dato prima. La Maddalena si avviò verso Gerusalemme.
4. LA QUARTA VISITA
La Maddalena incontrò il gruppo di tutte le altre donne, che, partito da Gerusalemme, si era fermato ad ascoltare il racconto di Maria, madre di Giacomo, e di Salome. Le donne si mostrarono incredule e scuotevano il capo, perché non riuscivano a credere né alla visione dell'angelo né, tantomeno, alla risurrezione di Gesù. La Maddalena confermò il discorso delle sue compagne e aggiunse di aver visto e parlato con Gesù risorto. Allora, tutte le donne decisero di andare insieme al sepolcro per rendersi conto dell'accaduto. Quando entrarono, non videro nessuno e rimasero deluse. Ma, all'improvviso, apparvero due angeli che le rimproverarono per la loro incredulità, dicendo: "Perché venite a cercare tra i morti colui che è vivo?" (Lc 24,2). Poi le catechizzarono e le inviarono a dare l'annuncio agli apostoli. Questa volta le donne non ebbero timore di aderire al comando ricevuto. Andarono insieme e annunziarono tutto l'accaduto agli Undici. L'entusiastico e gioioso annuncio della risurrezione, portato dalle donne, non convinse i discepoli, che rimasero freddi e distaccati, non potendo credere che qualcuno potesse risorgere dai morti. Ma l'annuncio sortì l'effetto di sconvolgere l'animo dei discepoli, come racconta l'evangelista Luca nell'episodio dei due di Emmaus: "Ma anche alcune donne dei nostri ci hanno sconvolti: essendo state all'alba al sepolcro e non avendo trovato il corpo di lui, sono tornate dicendo d'aver veduto una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo" (Lc 24, 22-23).

COSA VIDERO PIETRO E GIOVANNI.
Quando Pietro e Giovanni entrarono nel sepolcro, videro che:
1. Il corpo di Gesù non c’era
2. Gli aromi si erano tutti volatilizzati
3. Le tele erano completamente asciutte
4. Le fasce erano vuote e distese, afflosciate sulla pietra sepolcrale e non per terra
5. Il sudario era rimasto rialzato, in posizione di avvolgimento, benché non fosse più sostenuto.