giovedì 18 febbraio 2010

AMEN

PAROLE
AMEN
La parola “Amèn” che ci viene dal Vecchio Testamento è sempre usata in senso di forte affermazione riferito a quello che si è detto prima, sia essa una preghiera, un salmo o una maledizione. Essa sottolinea e rafforza il concetto precedente e solo di rado è usata in senso di augurio o di desiderio. Nel libro del profeta Geremia si trova, infatti, la parola “Amen” usata in senso di desiderio, di augurio ed è, quando il profeta Anania, antagonista di Geremia, predisse che il Signore nello spazio di due anni avrebbe distrutto Nabucodonosor e il suo regno ridando così la libertà ad Israele. (Geremia cap. 28)[6]Il profeta Geremia disse: «Così sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore realizzare le cose che hai predette, facendo ritornare gli arredi nel tempio e tutti i deportati da Babilonia in questo luogo! Anania era un falso profeta che non parlava per bocca del Signore, ma solo secondo suoi desideri ed aspettative che non rispecchiavano per niente i progetti di Dio. Geremia dopo qualche giorno ricevette la giusta profezia dal Signore ed Anania fu smentito, purtroppo, e non solo la schiavitù di Nabucodonosor continuò ed Anania morì in quello stesso anno. Comunque solo in questo caso, forse, la parola Amen fu usata in senso non affermativo.
E’ tanto affermativo il senso di “amen” che la traduzione che più si avvicina al senso che ha nella lingua ebraica è “Sì, è così”, oppure “Così deve essere, e così sarà”. Dire “amen”, significa proclamare che si ritiene vero ciò che è stato detto, al fine di ratificare una proposta o di unirsi ad una preghiera. Come in Deuteronomio 27,15-26 dove di fronte alle dodici maledizioni di ordine morale, il popolo proclamerà il suo “Amen”, cioè la sua totale ed incondizionata adesione, attestato quindi come un solenne giuramento: colui che trasgredirà questo giuramento si riterrà maledetto.
Nella liturgia la parola può assumere anche un altro valore: se ci si impegna nei confronti di Dio, come nella preghiera, lo si fa perché si ha fiducia nella sua parola e ci si affida alla sua potenza e alla sua bontà. Così questa adesione totale è nello stesso tempo benedizione da parte di Colui al quale ci si sottomette e che accoglie la nostra preghiera ed è preghiera sicura di essere esaudita.
Per gli esperti della lingua ebraica la parola “Amen” ha la stessa radice di quella che significa “fede”. Ora la fede del popolo ebraico nell’A.T. era un atteggiamento totalizzante, riguardava tutto intero l’individuo in ogni sua attività. Esempio di questa fede è la fede di Abramo che chiamato da Dio a lasciare la sua terra, i suoi parenti, gli dei nei quali aveva creduto fino ad allora e ad andare verso l’ignoto, fidandosi solo del Dio che gli aveva parlato. Affidandosi a Lui che aveva promesso una terra, perché era un nomade e non aveva terra, che aveva promesso di dare una discendenza a lui che aveva una moglie ormai vecchia e sterile. In nome di quella totale fiducia in Dio era disposto a sacrificare anche il figlio della promessa, Isacco, sicuro che il Signore in qualche modo avrebbe mantenuto le sue promesse. Fede incrollabile dunque, come incrollabile deve essere l’attestazione “amen”.
Nel N.T. l’Amen di Dio è Cristo Gesù: è Lui, infatti, la verità assoluta. Tutte le verità dell’uomo sono verità relative, parziali, né complete né definitive mentre solo in Gesù la verità diventa assoluta e completa. Solo attraverso Gesù il Padre diventa comprensibile: arrivare al Padre attraverso il Figlio.
Infine per ben 18 volte nel Vangelo di Giovanni Gesù, al fine di sottolineare ciò che sta per dire, si rivolge ai suoi interlocutori iniziando il discorso con ”Amèn Amèn vi dico….”. che in Italiano è giustamente tradotto come” In verità in verità vi dico…”. E’ la solennità del discorso che Giovanni vuole rimarcare chiamando in causa la verità assoluta, cioè Dio. Dicendo “Amèn Amèn” Gesù è come se dicesse “Non sono io che vi parlo, ma state ascoltando la parola di Dio che parla attraverso me”.
Spero di aver chiarito il significato della parola e che d’ora in poi si pronunzi “Amèn” pensando al suo intrinseco significato e, dove è possibile, sostituendola al talvolta, ambiguo ”Così sia”.

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